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Il diritto di sbagliare

“Sbagliando si impara” abbiamo sentito e ripetuto questo proverbio almeno una volta nella vita, peccato però che ad oggi, soprattutto nel contesto scolastico, l’errore è ancora fonte di disagio, di vergogna e di paura.


Nonostante l’insofferenza di alcuni dinanzi ad uno sbaglio, è certo che l’errore è uno strumento che facilita il processo di apprendimento.

Da adulti spesso siamo portati a sostituirci ai bambini privandoli della possibilità di sbagliare “vieni qua che ti allaccio le scarpe” è la frase emblematica di ogni mamma ( se è italiana ancora di più… continueremmo ad allacciare le scarpe dei nostri figli anche davanti all’altare il giorno del loro matrimonio).

Ma se non diamo ai nostri figli e ai nostri alunni il tempo di sbagliare, come potranno mai apprendere?


L’errore deve essere commesso, non represso, deve essere esaltato non giudicato!


Commettere l’errore, riconoscerlo e trovare in esso un insegnamento è per il bambino (ma anche per l’adulto) il miglior feedback. Chi è in grado di riconoscere il proprio errore è anche più pronto a rimettersi in gioco, a ricominciare a sbagliare se questo può servire al raggiungimento di un obiettivo.

Il bambino ha diritto a sbagliare, a prendersi tutto il tempo necessario per verificare se quello che ha fatto è giusto, ha il diritto all’auto-correzione, all’auto-valutazione, all’auto-crescita, alla possibilità di chiedere aiuto.


Spesso attribuiamo l’errore alla distrazione, in effetti si tratta di errori che i bambini/ragazzi commettono con indifferenza, con una sorta di superficialità nella consapevolezza che non saranno loro a doverli correggere, ma sarà un adulto a doversene occupare.


Per arginare questo fenomeno sarebbe educativamente corretto considerare l’alunno parte attiva del processo di correzione, educandolo alla ricerca del dubbio, a tollerare l’incertezza, a sviluppare un approccio critico verso il contenuto da apprendere.

In questo modo si sviluppa un apprendimento interiore che facilita l’indipendenza, l’autonomia, l’autostima. Permettere al bambino/ragazzo di analizzare, accettare e superare le difficoltà è la strategia giusta per permettergli di diventare un individuo indipendente, libero, consapevole delle proprie risorse ma anche dei propri limiti e proprio per questo, pronto ad affrontare il percorso di vita.

Valeria Caragnano


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