I bambini ricercano approvazione e accettazione nello sguardo dei loro insegnanti, ma questa non è una novità dal momento che tutti esitiamo nello sguardo dell’altro.
E se lo sguardo dell’altro, in un certo senso, conferisce significato alla nostra presenza., lo sguardo di una maestra diventa il canale della conferma o del rifiuto del mondo del bambino che ha dinanzi.
Negli occhi della maestra il bambino cerca una sorta di verdetto: appartenenza o rifiuto!
Il canale visivo è uno dei principali canali di comunicazione che mette in relazione due mondi, in questo caso quello dell’insegnante e quello del bambino… entrambi hanno bisogno di questo scambio visivo.
Il legame che si istaura diventa un legame di fiducia, di autenticità e spinge il bambino a sentirsi accettato, lo motiva e ne accresce l’autostima.
Nutrire i nostri alunni di sguardi autentici e non giudicanti, significa evitare tragedie future.
“ Era un lunedì, alle elementari. Stavo recitando una poesia davanti a tutti i bambini. a metà recitazione la mia mente si fece vuota e non seppi come continuare. Avrei voluto sprofondare sottoterra, ma la terra mi lasciò lì, senza sapere cosa fare o dire. Da allora non sono più stato capace di parlare in pubblico per il rischio di dimenticare quello che avrei voluto dire” [1]
Questa testimonianza è l’evidenza di come la percezione di uno sguardo giudicante nel corso dell’età evolutiva, resta indelebile in età adulta e riemergere dalle trincee scavate durante l’infanzia e la fanciullezza non è sempre cosa facile.
Per quanto da adulti possa sembrare facile comprendere che ciò che l’altro pensa di noi è limitato alla sua volontà e non è un nostro problema non è semplice riemergere dalle buche che ci siamo scavati da bambini.
Imparare a guardare intorno con sguardi sinceri, trasparenti e luminosi potrebbe aiutare i bambini di oggi a solcare i mari della vita, senza paura annegare.
Maestra col naso Ross
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[1] A. Vigneau, Clown essencial. L’arte di ridere di se stessi, Ed spazio interiore 2019, p. 35
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