Oggidì abbiamo perso la virtù della pazienza, di quella sana capacità di saper aspettare che tanto può giovarci nei rapporti interpersonali.
L’attesa è vissuta come grande elemento di disagio che tormenta la frenesia della routine quotidiana lasciando ampio spazio all’ansia e al nervosismo.
Il segreto per evitare la sofferenza dell’essere insofferenti è quello di guardare all’attesa con occhi nuovi, in una prospettiva divergente. La minaccia della pausa diventa così un’opportunità di osservazione, di ascolto e di scoperta di se stessi e degli altri.
La strategia è quella di lasciare vuoto il vuoto.
Non riempiere necessariamente la pausa dell’attesa, non agire a tutti i costi, piuttosto fermarsi e attenzionarsi in vista di un nostro miglioramento.
Allenare la capacità di saper aspettare riduce la possibilità della “noia facile” (nelle relazioni, nelle compagnie, nel lavoro, nel tempo libero) e del senso di insoddisfazione che comporta la necessità di riempire i vuoti con qualcosa che sia sempre nuovo e diverso.
La palestra dell’attesa
Esercizio 1: rinunciare alla pretesa del ‘tutto e subito’.
Esercizio 2: attribuire valore e significato all’esperienza del presente, del qui ed ora.
Esercizio 3: progettare obiettivi concreti.
Esercizio 4: essere disposti a fermarsi, ad osservare, a prestare attenzione verso se stessi e verso gli altri.
Esercizio 5: accettare l’errore nell’ottica di miglioramento e non di insuccesso.
Esercizio 6: imparare a dare alle cose la giusta leggerezza e non il giusto peso.
Lasciamo che la capacità dell’attesa diventi concretamente consapevolezza del non lasciarsi travolgere dagli eventi, ma di saper scegliere e agire nei tempi giusti al momento giusto.
Maestra col naso Ross🔴
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