Le esperienze più significative i bambini le vivono all'interno del contesto familiare e scolastico.
E' lì che vivono e costruiscono una dimensione emotiva che può marcare il loro vissuto in senso positivo o negativo. Questo perché in entrambi i contesti il bambino è alla continua ricerca dell' attenzione e dell'approvazione e, nella sua autentica identità, è certo di ottenere la felicità.
Quando questo non accade, quando l'adulto non si pone con un atteggiamento di ascolto, di accoglienza e di comunicazione empatica, le certezze del bambino crollano e subentrano la sensazione del rifiuto, dell'imbarazzo, della vergogna, dell'inutilità.
D'altra parte la tenera età non consente certo di approssimarsi a ragionamenti giustificativi divergenti.
La questione tuttavia è che proprio in quei momenti il bambino sperimenta l'esperienza di chi non è accettato e che mai lo sarà. Accade allora, proprio in quei momenti, che si aprono ferite difficilmente curabili, tanto che da adulti alcuni potrebbero convincersi di essere davvero sbagliati per questa mondo.
La sfida, allora qual è?
E' quella di trasmettere il valore dell'accoglienza denudata dai suoi suppellettili . Sentirsi accolti senza far nulla, senza sedurre, senza imporre, senza dover piacere ad ogni costo.
Appartenere al mondo per quello che si è, perché è solo accettando quello che siamo oggi che possiamo sognare chi essere domani.
Maestra col naso Ross🔴