Spesso le giornate scolastiche sono scandite dal ritmo della fretta che minano la capacità dei bambini (ma anche degli adulti) di fermarsi e riflettere.
Ma se è vero che viviamo in un ‘tempo governato dalla fretta’ è altrettanto vero che proprio la scuola dovrebbe essere il luogo della calma, della riflessione e per certi versi, anche della lentezza.
Un tempo maggiormente disteso permette di ascoltare se stessi e gli altri, permette di osservare le situazioni da diversi punti di vista e, soprattutto, permette che nessuno si perda nel cammino!
Il ‘tempo perso’ diventa ‘tempo ritrovato!’
I maestri devono insegnare ai bambini come ‘perdere tempo’ piuttosto che allenarli al ritmo dell’impellenza. Tutte le attività scolastiche richiedono tempo, ciascun individuo richiede un tempo che è suo, che sente proprio e che non è gestito da altri.
Serve tempo per sentirsi liberi e felici!
Il tempo si qualifica come una costante decisiva rispetto alla qualità dell’istruzione offerta dalla scuola. ‘Perdere tempo’ permette di andare oltre l’insegnamento, permette di riscoprire nuovi saperi, di promuovere metodologie differenti di studio; permette di riflettere sulle identità personali e, sopra ogni cosa, permette di calare il processo di apprendimento nel contesto della vita valorizzandone anche gli aspetti meno scolastici.
Rallentando il ritmo possiamo offrire/offrirci la possibilità di assaporare l’essenza del presente e di gustare i tempi dell’attesa e del desiderio.
La corsa frenetica ha purtroppo cancellato dal mondo del bambino il tempo dell’attesa… sperimentare il ‘tempo perso’ diviene la strategia attraverso la quale è possibile cucire un nuovo abito mentale più divergente e più creativo.
Impariamo, allora, a ‘perdere tempo!’
Maestra col naso Ross🔴
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