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  • Immagine del redattoreMaestra col naso Ross🔴

RILEGGERE ... CHE FATICA!

“Se avessi riletto il compito ti saresti accorto degli errori”


I ragazzi impegnano sicuramente più tempo e maggiore fatica a scrivere un compito, piuttosto che a rileggerlo.

Perché allora molti consegnano senza preoccuparsi di ricontrollare?


La fretta di restituire il compito, prevale sul desiderio di prendere un buon voto (perché a scuola, ahimè i voti ancora ci sono).


Lo sforzo aggiuntivo della revisione è forse ritenuto dai ragazzi troppo faticoso? E per quale ragione?


I nostri ragazzi appartengono ad una generazione di nativi digitali e spesso, inconsciamente, percepiscono la scrittura come qualcosa di superfluo, tanto da sostituirla con un più sbrigativo messaggio vocale.

La società digitalizzata, inoltre pretende velocità, ed efficienza immediata che scoraggiano il tentativo della revisione che richiede tempi attentivi più lunghi e riflessivi.

La revisione richiede, altresì, la rilettura di quello che è stato scritto, lettura che è stata quasi ampiamente superata dalla dimensione visiva dei video, dei film e di tutto ciò che ad essi fa da contorno.


Cosa può fare la scuola che, anagraficamente parlando, rispetto alla generazione dei nativi digitali è rimasta ferma al Pleistocene?


Adottando una serie di strategie didattico-emozionali-relazioni la scuola può sicuramente fare molto e fare la differenza motivando gli studenti a lavorare meglio.


Una scuola che si aggiorna e che forma il personale nella direzione giusta può intervenire su diversi fronti.


- Riducendo l’ansia: i pensieri sabotanti che accompagnano uno stato ansiogeno, provocano un calo di concentrazione che porta gli alunni ad evitare la fase di revisione del compito. Se i ragazzi percepiscono che il loro

scritto è oggetto di giudizio cercheranno di affrettarsi per liberarsi dal problema ansiogeno il prima possibile “si toglieranno subito il dente” per intenderci!

Per evitare questo andrebbe innanzitutto evitato l’atteggiamento giudicante: il compito dell’insegnante non diviene più quello di giudicare ma di discutere insieme all’alunno la produzione di quest’ultimo, trovando insieme le strategie per migliorare.


- Vagliando la scelta degli argomenti:

scegliere argomenti piacevoli per gli studenti può sicuramente motivarli a fare del loro meglio. Partendo da un lavoro accattivante, piuttosto che da una consegna imposta può portare gli studenti a scrivere e rileggere con più piacere i loro elaborato.


- Lavorando sull’autostima: lavorare sulle capacità degli allievi, partire dalle loro conoscenze, può sicuramente aiutare ciascuno di loro a crede nelle proprie capacità. Apprezzare i progressi piuttosto che sottolineare gli errori (a scuola raramente sono considerati una fonte di ricchezza, purtroppo) rende gli alunni attivamente partecipi del processo di apprendimento.


- Comunicare empaticamente il risultato: il voto nudo e crudo sicuramente non è il metodo giusto affinché gli alunni possano fare meglio la prossima volta, anzi! La pratica valutativa deve andare oltre il numero e oltre il giudizio perché i ragazzi possano raggiungere ed interiorizzare gli obiettivi programmati.


Piccoli accorgimenti che se messi in pratica faranno venire il desiderio non solo di scrivere , ma anche di scrivere, rileggere e riscrivere con piacere!



Maestra col naso Ross🔴

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